kherosenes Week
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| Titolo: Lezioni dalla Germania multicolor - ffwebmagazine Mar Giu 29, 2010 2:30 pm | |
| Non dite che non ve l’avevamo detto. Non dite che non insistiamo, da mesi, su un nuovo modo di intendere il calcio e, più in generale, la vita. Non dite che non predichiamo da tempo l’arrembante multiculturalismo del Terzo millennio, fatto di cittadini di seconda generazione, di successi di una nuova società fondata sull’accoglienza e sulla valorizzazione dei giovani talenti. La Germania, se ancora non eravate convinti, ha ribadito il concetto con quattro gol contro l’Inghilterra di Fabio Capello. È la Germania di Ozil (turco), Cacau (brasiliano), Bouateng (ghanese), Klose e Podolski (polacchi). È la Germania della nuova società multietnica, e tanti saluti al vecchiume imperante. È crollato un altro parruccone sotto i colpi micidiali di Muller e compagni, quel parruccone inglese che l’approccio multiculturale l’aveva “inventato”, prima di accorgersi del fallimento di un sistema che dava spazio a tutti ma non portava coesione e identità nazionale. Dalle parti di Berlino è diverso, e il cammino non è stato certo facile. I milioni di turchi che vivono in Germania erano visti come il fumo negli occhi fino a pochissimo tempo fa. Eppure ora la stella della nazionale di calcio tedesca si chiama Ozil, è turco, e solo ieri è andato in moschea a Pretoria per pregare per la morte della nonna. Ozil è giovane, veloce, talentuoso. Non è molto alto, è moro, occhi scurissimi. È il nuovo trascinatore di una squadra che fino a pochi anni fa era formata da spilungoni slavati e dai nomi germanici. “Mamma li turchi”, ormai, lo diciamo solo noi italiani, dimenticando che Lepanto e l’assedio di Vienna sono eventi sepolti dall’inarrestabile corso della storia. Qualche lezioncina dagli amici teutonici, che ci hanno sfottuto per giorni già prima della nostra eliminazione (e dategli torto, se ci riuscite), dovremmo saperla prendere. E non ci fermiamo alla banalità circense del campo di calcio. Parliamo di qualcosa di ben più grande, di onnicomprensivo, dalla vita quotidiana ai rapporti con il diverso, con l’altro da sé. La Germania non è un paradiso, chiariamolo subito. Anche lì esistono gruppi xenofobi e razzisti che di integrazione e multiculturalismo non vogliono nemmeno sentir parlare. A differenza dell’Italia, però, a quelle latitudini c’è una classe dirigente che se ne impipa, che non cede alle derive populiste e demagogiche, che non cavalca la paura, che preferisce perdere qualche voto pur di far progredire la società e il sistema. La nazionale, scriveva oggi Ilvo Diamanti su Repubblica, non è lo specchio della nazione. Sarà, ma a noi pare che la rappresentativa tedesca, giovane, colorata e affamata di futuro, sia esattamente lo specchio di quello che la Germania sta diventando. E lo stesso, al contrario, vale per l’Italia, che da azzurra e tricolore si sta trasformando in un triste, desolante e intorpidito grigio topo. di Domenico Nasohttp://www.ffwebmagazine.it/ffw/page.asp?VisImg=S&Art=6577&Cat=1&I=..%2Fimmagini%2FFoto+O-Q%2Fozil_int.jpg&IdTipo=0&TitoloBlocco=Il+Corsivo&Codi_Cate_Arti=44 | |
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| Titolo: Re: Lezioni dalla Germania multicolor - ffwebmagazine Mar Giu 29, 2010 2:32 pm | |
| Forse che dobbiamo imparare a svecchiare la nostra cultura.... magari così facendo migliorerà anche il nostro Calcio.... :o
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