Finisco a Chioggia in un febbraio 2010 gelido... finisco in una cittadina che fa il verso ad una maestosa Venezia e che la guarda orgogliosa dall'altro capo della laguna. I ristoranti ed i negozi che durante l'estate saranno affollatissimi sono quasi tutti chiusi o deserti
, mi trovo a passeggiare per il corso centrale con la sola compagnia del vento ghiacciato e pungente.
E mi vengono in mente "le baruffe chiozzotte" di Goldoni, che vidi rappresentato in teatro anni fa, e del modo in cui si raccontava la vita ed il dialetto esistenti in quel di Chioggia giusto "qualche" tempo fa, quel brulicare di donne e pescatori affaccendati attorno alla Laguna Veneta, che quasi quasi mi pare di veder muovere gli attori attorno a me ed accompagnarmi nel cammino.
Arrivo alla fine del viale centrale, da dove ci si affaccia sulla laguna, da dove partono i traghetti per Venezia. Tutti fotografano il ponte bianco che si erge a lato, ma a me piace prendere di mira i leoni e gli scorci che si creano dietro di loro.
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Non c'è il sole e fa un freddo dell'accidenti, ma Chioggia ha un suo fascino, è quasi più carica del fascino della sorella maggiore... mi perdo per una mezza giornata nella sua vita fatta di pesce e laguna... di deserti invernali e di riflessi dei Palazzi colorati che si affacciano e si specchiano, pieni dell'orgoglio che fu di Venezia, nel canale che li divide.
Vi consiglio di visitarla e se vi piacioni i momenti di pace, carichi di qualche tono nostalgico, andateci d'inverno....